Cosa fare quando si ha un attacco di panico

In questo articolo vorrei cercare di dare delle indicazioni utili alle persone che soffrono di attacchi di panico e non sanno cosa fare quando si manifestano.

L’attacco di panico in sintesi lo si può pensare come l’avvento improvviso di uno stato emotivo molto intenso, che può essere vissuto dal paziente come la paura imminente di stare per morire o di stare per impazzire. La paura o il terrore sono accompagnati da alterazioni fisiologiche riscontrabili come: tachicardia, sudorazione, possibile disorientamento, a volte c’è la difficoltà a muoversi e in generale ci può essere un forte irrigidimento nei movimenti.

• Quando si ha un attacco di panico è bene sapere che tutto ciò che conferma la paura che si sta vivendo, tende ad aumentare e prolungare l’attacco. Durante l’attacco di panico c’è una credenza panica che prende il sopravvento, se si agisce in conformità a questa credenza la paura tende ad aumentare. In questo senso una delle condizioni di maggior aiuto nella situazione di panico è quella di poter avere un atteggiamento di osservazione accogliente. Se durante l’attacco di panico si cerca di avere un atteggiamento che agevoli il transito dell’esplosione emotiva, piuttosto che ostacolarla, se si riesce ad osservare quello che succede nell’esperienza piuttosto che agirla, allora il panico potrà avere meno preso su chi vive quell’esperienza.

Quando si ha il panico l’esperienza soggettiva è quella di poter perdere i confini di Sé e di quella che normalmente è la propria esperienza del mondo. In questo senso l’esperienza del panico la si può pensare secondo due modalità soggettive:

• La prima è quella delle persone che per ritrovare un equilibrio necessitano di ripristinare un contatto con Sé stessi (In questo senso è utile poter individuare un luogo in cui potersi sentire sicuri, in cui fare qualcosa che può tranquillizzare. Va tenuto in considerazione che durante l’esperienza del panico si manifesta una certa ipersensibilità sensoriale, per cui di solito è utile per chi ha una modalità d’esperienza di questo tipo poter aver un luogo in cui gli stimoli sensoriali possano essere soffusi, non intensi).

• Nella seconda modalità invece, le persone possono ritrovare una sorta di equilibrio nel contatto con una persona che si percepisce come molto protettiva e rassicurante (solitamente può essere un famigliare, il proprio partner, oppure un amico/a).

Va comunque ricordato che iniziare a gestire le situazioni di panico non significa guarire dagli attacchi di panico, spesso la sola gestione degli attacchi di panico se protratta nel tempo possono creare delle vere e proprie menomazioni sociali e/o innescare dei disagi interspersonali che possono portare alla compromissione dei rapporti affettivi, sociali e lavorativi.

Per approfondire si può leggere Il significato del primo attacco di panico 

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