Il tema della bellezza è uno dei fattori più importanti nelle giovani ragazze e nell’universo femminile in genere. Voler essere belle, oppure dover essere belle è una delle spinte motivazionali più importanti (ed anche meno esplicitate) nel mondo delle donne.
Le ragazze e le donne fanno molte cose per poter essere più belle, ma nello stesso tempo è come se non se ne potesse parlare direttamente (ovvero direttamente esplicitare questo tipo di motivazione), è come se la bellezza dovesse diventare un “dato di fatto”. Questo lo si vede spesso nella chirurgia estetica, i seni e le labbra rifatte vengono mostrate come se “fossero un ornamento” tra i tanti.
E’ come se il corpo in sé diventasse comunicazione in atto, come se il corpo ornato diventasse un corpo che dice, che comunica; questo spesso è ciò che si rileva all’interno dell’idea della moda, il vestito, l’abito, diventano il modo “di esprimere” qualcosa, ma la domanda è appunto questa, che cosa? Seduzione, fascino, glamour, sono solo alcuni degli aggettivi più usati, usati per poter esprimere un quid, direi il quid della fascinazione, dell’impressione, del poter lasciare una traccia in chi vede.
Questa traccia, in modo silenzioso dovrebbe essere la traccia di ciò che è fatale, di ciò che è irripetibile, alcune donne tentano di diventare esse stesse arte, opere d’arte, in questo senso nasce l’idea della donna o del corpo della donna come oggetto. Questo corpo diventa oggetto perché nella sua fatalità, nella sua fascinazione deve necessariamente rimanere alla distanza del non conosciuto, del nono conoscibile, per poter esercitare questo tipo potere deve rimanere un corpo senza relazione, esattamente come accade nei corpi delle ragazze anoressiche, corpi estranei che esercitano il fascino e la cattura della magrezza.