Un consiglio per i famigliari delle persone che soffrono di Attacchi di Panico

Può capitare nella vita di una persona che all’improvviso si sia presi da un forte senso dì incertezza, ciò che era normale e quotidiano può cominciare a fare paura. Sudorazioni, tachicardia, una paura generalizzata e soprattutto una forte paura iniziano a costellare le giornate di chi soffre gli attacchi di panico.

Quando arriva l’attacco di panico è come se i normali confini del vivere quotidiano andassero perduti, un intensa paura compare di colpo accompagnata da un aumento del battito cardiaco e  da un intensa attivazione dello stato di allerta. La sensazione di un pericolo imminente diventa forte ed opprimente, spesso si può provare un intensa paura di stare per morire o di stare per impazzire. La vita di una persona viene prepotentemente sconvolta da questi attacchi che spesso possono manifestarsi in luoghi in cui c’è molta gente (ad esempio i grandi centri commerciali), oppure in gradi luoghi in cui vi è molto spazio (come le piazze delle grandi città). Anche gli ambienti chiusi (come gli ascensori) possono favorire la paura che può portare all’attacco di panico.

L’unica cosa che una persona che prova un attacco di panico vuole è che l’attacco di panico possa passare nel più breve tempo possibile e che non si ripresenti  mai più nella sua vita. Per questo motivo le persone che iniziano a soffrire di questo disturbo spesso sono spinte a ridurre la loro attività sociale, andare al cinema, dalla parrucchiera, o in banca, può diventare un grosso problema.

La paura che l’attacco di panico possa presentarsi in mezzo alla gente, o comparire quando non c’è nessuno che si conosce e che possa prestare un immediato soccorso, può diventare una vera e propria ossessione. Le persone che soffrono di attacchi di panico, inizieranno a diventare molto insicure, anche l’attività lavorativa potrebbe esserne colpita.

Per aiutare queste persone è necessario che chi sta loro accanto non minimizzi il loro star male, ma invece provi a mettersi nei loro panni, cercando di capire quali sono quelle attenzioni che nel quotidiano possano apportare un sollievo e ridare parzialmente un senso di sicurezza così perduto.

Se una persona non riesce più ad entrare in un supermercato, o a prendere un ascensore è perfettamente inutile minimizzare le sue paure dicendo: “ cosa vuoi che sia, fino all’altro giorno facevi tutto quello che volevi, puoi farlo ancora”. Ecco non è più così, chi sta male ha la necessità che venga compreso che la loro situazione di vita è cambiata, già loro si trovano a combattre con la riduzione delle proprie capacità e autonomie, ciò che implicitamente chiedono è una vicinanza rispettosa e comprensiva, non una minimizzazione o un approccio superficiale alla loro sofferenza.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

×