Oggi su molte riviste che trattano il benessere del corpo e della mente sempre di più vengono proposte diverse tipologie di diete. Ogni dieta proposta si basa su un “cambiamento” della composizione alimentare, e nella stragrande maggioranza dei casi “fare la dieta” significa l’equivalente del “voler dimagrire”.
L’idea di una dieta come un accostare un miglior modo di alimentarsi, rimane spesso e volentieri in sottofondo rispetto alla questione del “dimagrire”. Dunque quando le donne (ma oggi sempre di più anche gli uomini) cercano una dieta, in realtà stanno cercando un modo “efficace” per dimagrire. Ritengo che sia questo il punto su cui si innesta il proliferare delle diverse diete che continuamente vengono proposte sui giornali, nelle televisioni e su internet.
Il messaggio implicito o meno di ogni proposta alimentare, equivale all’indicare che quella dieta è la migliore dieta rispetto alle altre. Mi sembra opportuno ricordare come al di la del tipo di dieta che venga scelto e al di la delle sue finalità (curative o per ritrovare una diversa immagine di sé), è importante sottolineare che gli effetti delle diete dipendono sicuramente dalla composizione alimentare assunta, ma anche (e in maniera non trascurabile) dalle modalità con le quali si “vive” la dieta nel quotidiano. I tempi dell’alimentazione, il dove si mangia e soprattutto con “chi”, sono delle variabili importanti che influiscono in maniera significativa sulle “finalità” che ogni persona si pone nel momento in cui cerca di modificare il proprio stile alimentare.
Brevemente voglio sottolineare come il mangiare, l’alimentarsi, entri nel campo dei bisogni oltre che in quello dei desideri umani. Il desiderio del mangiare sui mass media mi pare il fattore maggiormente pubblicizzato, ad esempio mettendo sotto i riflettori una certa attenzione per la forma, il gusto, oltre che al modo con cui avviene la preparazione dei piatti. Ma il mangiare non è solo desiderio, ma anche un bisogno, ad esempio può essere la soddisfazione del bisogno della regolarità.
Anche se la cosa è meno nota, è possibile affermare come il nostro organismo abbia la necessità di individuare quali siano i momenti più giusti per poter mangiare, e questi momenti devono poter rientrare in un ritmo giornaliero che possa essere avvertibile e quindi ricononoscibile dall’organismo. E’ un valore abbastanza comune il pensare che le cose particolari le si mangi una volta ogni tanto ed anche in momenti insoliti.
Questo modo di pensare lo possiamo far rientrare all’interno della sfera del desiderio del cibo e del mangiare, ma è bene ricordare che per il nostro organismo è altrettanto importante avere dei cicli regolari con cui alimentarsi, cicli che sono tanto importanti quanto lo possono essere i cicli del sonno-veglia.
Mi sembra opportuno sottolineare come gli effetti di qualsiasi dieta non possono non dipendere da un intreccio armonico tra i desideri ed i bisogni che il nostro corpo e la nostra psiche ha nei confronti del cibo e dell’alimentazione in generale.