Psicoterapia breve?

Nel campo delle psicoterapia esistono diversi tipi di orientamenti e diverse metodologie di intervento. Nella mia pratica clinica, spesso i pazienti che incontro chiedono una risoluzione dei problemi “il più presto possibile”.

Mi sembra importante sottolineare questo aspetto non tanto per rimarcare che non sia corretto il voler ottenere una risoluzione delle problematiche, ma che dietro all’idea del “più presto possibile” si annida quella che è un po’ la tendenza della contemporaneità, ovvero quella di confondere l’essere umano con una macchina. Già la medicina tende a trattare il corpo come una macchina che perde temporaneamente le proprie funzioni, funzioni che necessitano di aggiustare “le parti rotte” per far ritrovare il loro originario funzionamento. Questa è l’idea della macchina. Spesso chi soffre di attacchi di panico, ansia o depressione viene dallo psicoterapeuta con l’aspettativa che si possa essere sottoposti a “quella tecnica terapeutica” che possa riportare il tutto allo stato iniziale, quello prima della malattia.

Purtroppo (lo dico per l’ideologia contemporanea) per le problematiche psicologiche o relazionali le cose non stanno così. La mente, la vita di relazione, non sono macchine, non sono un qualcosa che “devono” essere aggiustate, ma sono semplicemente il fondamento del nostro essere, e noi come esseri umani non siamo macchine da aggiustare o computer da riprogrammare.
Dietro l’ideologia dell’essere umano come macchina, si nasconde il bisogno di ricevere sicurezza attraverso la possibilità di esercitare un controllo, un controllo su di sé e un controllo sugli altri. Questo senso di controllo “spesso” è ciò che porta i pazienti a fare delle richieste paradossali, implicitamente si chiede di stare bene “subito” o in tempi molto brevi, non mettendo al centro della faccenda il fatto che ogni problematica psicologica “necessità” della possibilità di mettere in gioco qualcosa di sé. Chi chiede una cura, spesso lo fa con l’implicita aspettativa di non doversi mettere in gioco, deve essere il medico che sottoponendo il paziente ad una “tecnica” deve ripristinare lo stato precedente.

Ecco credo sia utile sapere che questo tipo di idea non può essere applicata alle questioni psicologiche, in psicologia non si può effettuare una performance o una prestazione terapeutica, è invece vero che ogni problematica psicologica non deve necessariamente mettere in discussione aspetti ampi del proprio vivere, ma è possibile focalizzarsi su alcuni aspetti che in quel periodo storico “chiedono” una particolare attenzione. In questo senso la PSICOTERAPIA FOCALE adattandosi alle esigenze sintomatologiche del paziente non necessariamente deve essere un trattamento lungo, ma diviene il trattamento che lavora “sul tempo” che gli aspetti di vita (psichica e relazionale) richiedono.

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