Proverbi e Inconscio

I proverbi hanno una loro consistenza, una loro tenuta all’usura del tempo. Generalmente, è possibile ritenere condivisibile il fatto che i proverbi riescano ad esprimere in modo immediato una certa verità. Queste caratteristiche,  ci permettono di dire che i proverbi hanno un collegamento con l’inconscio, anzi, si potrebbe dire, che i proverbi contengono al loro interno qualcosa dell’inconscio.

A partire da questa riflessione, vorrei proporre un esempio esplicativo, un esempio, che permetta di vedere qual’e il collegamento tra proverbio e inconscio, e nello specifico, un esempio che possa esplicitare (in modo semplice) cosa intendeva M. Blanco quando parlava di inconscio come insiemi infiniti.

Il proverbio che vorrei sottoporre ad una breve analisi è questo:

A chi ha paura non basta l’armatura

 

Partendo da ciò che diceva Freud sulle parole, ovvero, che le parole sono il “medium” attraverso cui raggiungere gli aspetti inconsci della vita psichica, possiamo enucleare quali sono gli insiemi “significativi” di questo proverbio;

Ne possiamo individuare tre:

chi – paura – armatura

Il “chi” lo possiamo pensare come ad un insieme atto a favorire l’identificazione, ovvero, a chi si rivolge il proverbio? a tutti i “chi”……a tutti quelli a cui risuonano in loro i significati emotivi di “paura” e “armatura”.

Se iniziamo un analisi della prima parola (paura) dal punto di vista degli insiemi  (in senso associativo), possiamo trovare che al suo interno vi possa essere la debolezza; chi può pensarsi debole? beh, lo può fare colui che si trova di fronte a qualcosa che è più forte di lui, che si trova di fronte a ciò che lo può sovrastare, sopraffare……..se pensiamo questo insieme della debolezza riferendoci alla teoria della personalità di Bion, allora, possiamo pensare che dentro alla debolezza si possa trovare una labile barriera di Contatto. Cosa vuol dire? Vuol dire che la debolezza si manifesta all’individuo tutte quelle volte in cui  gli elementi del mondo esterno tendono a diventare elementi del mondo interno senza una mediazione. La barriera di contatto in Bion, è quella funzione psichica che permette di differenziare il mondo interno dal mondo esterno, operando una separazione (differenziazione) tra ciò che diventa conscio e ciò che diventa inconscio.

Se passiamo all’altra parola, “armatura”, in senso associativo possiamo immaginare che dentro di essa vi sia una funzione (il che cosa serve), un armatura serve essenzialmente per difendersi…..dunque coloro che saranno attratti dal proverbio faranno risuonare in loro il sentimento di difendersi, l’idea che c’è qualcosa da difendere……….. allora si apre la questione che cosa del, cosa c’è da difendere? Pensando all’individuo che necessita di vestirsi di un armatura (in senso psicologico) possiamo pensare che abbia qualcosa della sua interiorità che debba essere difeso, qualcosa di fragile; se pensiamo alla personalità, è possibile immaginare che vi siano degli stati del Sé (o una struttura del Sé) così fragile che necessiti di una difesa, appunto un armatura. Da questo breve discorso associativo, individuiamo dunque due elementi presenti nelle stratificazioni sottostanti agli insiemi di Paura e Debolezza, per ciò che riguarda la debolezza,  troviamo la fragilità della barriera di contatto, mentre per ciò che concerne l’armatura, troviamo la fragilità del Sé. Utilizzando il principio logico individuato da M.Blanco, per esplicitare il funzionamento inconscio della psiche (la Simmetria), possiamo dire che le persone che si identificano in questo proverbio (negli strati più profondi del loro sentire), evidentemente sperimentano un sentimento di fragilità che viene indicato dal fatto che il loro inconscio, tende a trattare la fragilità della barriera di contatto allo stesso modo della fragilità della struttura del Sé. Posto che i termini qui utilizzati NON stanno ad indicare meccanismi reali del funzionamento mentale, ma bensì metafore per dare forma a ciò che le persone provano……fatta questa debita sottolineatura, è possibile dire che il proverbio tenderà a produrre identificazione (dunque ad essere usato) da tutti coloro che per rappresentare qualcosa di Sé, o per indicare qualcosa del Sé di un altra persona, risuoneranno con il sentimento profondo di fragilità che necessita di essere difeso.

 

 

 

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