I problemi del sonno sono un disturbo molto diffuso e che tende ad essere molto sottovalutato dal punto di vista psicologico. Spesso le persone che hanno questo tipo di problema tendono a ricorrere all’uso di ansiolitici ipnoinducenti sia per indurre il sonno e sia per cercare di mantenerlo per tutta la notte.
Come spesso accade questo disturbo tende ad essere visto come “un problema” da eliminare, un problema che necessità del farmaco giusto per la sua soluzione.
E’ su questa base che l’utilizzo degli ipnoinducenti tende a diventare una dipendenza dalla quale non si riesce più a fare a meno, e spesso il farmaco diventa la condizione indispensabile per poter dormire. Rimarcando il fatto che i farmaci ipnoinducenti sono una terapia importante, soprattutto per le situazioni croniche o come aiuto in alcune circostanze della vita, è bene sottolineare però che “il disturbo” del sonno molto spesso è un sintomo puramente psicologico “non riconosciuto”.
E’ esperienza comune l’accorgersi come dopo degli eventi emotivamente “molto intensi” (sia piacevoli che spiacevoli), sia particolarmente difficile riuscire a prendere sonno. I problemi di addormentamento oppure i risvegli notturni, sono alcune dei sintomi più frequenti nelle problematiche del dormire. Se dietro al problema del sonno “esiste una tematica psicologica” allora la via farmacologica o il ricorso a delle tecniche per dormire risultano semplicemente un modo per accomodare il problema, ma certamente non la vera soluzione.
Il non occuparsi delle tematiche psicologiche che risiedono dietro al problema del dormire ha due effetti negativi: il primo appunto è quello di non occuparsi “della causa”, mentre il secondo (ma strettamente legato al primo) è quello di non volersi occupare di sé, o meglio di ciò che la propria mente tenta di comunicare attraverso questo tipo di problema. I problemi del sonno, come molti sintomi psicologici sono un tentativo della nostra mente di “imporre” all’attenzione della persona un qualcosa che normalmente tende ad essere evitato o non affrontato. Il non dormire, il dover stare svegli, ritengo siano proprio l’indice del fatto che “c’è qualcosa” che necessita di essere affrontato o capito, che urge un lavoro psicologico da fare su uno o più temi della propria vita. Per lavoro psicologico qui non intendo semplicemente il lavoro che si può fare con uno psicologo, ma bensì il normale lavoro psichico che i fatti significativi della vita richiedono alla persona (è già un lavoro psicologico quando con le amicizie importanti si toccano temi delicati del proprio vivere).
Per questi motivi l’uso dei farmaci, o il tentativo di utilizzare delle tecniche per dormire, così come un uso della televisione come compagnia notturna, sono tutti modi che non permettono di ascoltare e raccogliere quelli che potremmo chiamare dei veri e propri messaggi dall’inconscio.