Molte mamme mi scrivono rispetto al problema del dormire dei loro figli. Una cosa in questi mesi mi pare evidenziarsi, ovvero la necessità della risposta. Cosa voglio dire? È ovvio che chi mi scrive sia alla ricerca di una risposta, ma mi pare altrettanto chiaro che chi cerca una risposta “non sia sempre disponibile all’interlocuzione”. Fare una domanda, fare una domanda sul dormire dei propri figli, “a volte” può sott’intendere l’idea che ci sia qualcosa di giusto da fare, che non si fa, piuttosto che porsi il problema del cosa c’è da capire. 

Nel mio modo di intendere la soluzione dei problemi psicologici, ciò che mi pare sia fondamentale mettere in evidenza, è innanzitutto la questione di come aiutare le mamme o i papà a capire, e per capire, è essenziale che io faccia delle domande, o stimoli la possibilità di farsi delle domande. Mi pare opportuno sottolineare come la soluzione delle problematiche del dormire dei bambini, non possa avvenire attraverso “la risposta”, ma mediante un attività di riflessione personale e condivisa, che possa portare ad un cambiamento di prospettiva o di punto di vista, solo allora diventerà chiaro Il cosa fare.

11 commenti

  1. Buongiorno dottore,
    ho un bambino di sette anni che non ne vuole proprio sapere di addormentarsi da solo in cameretta e che si sveglia di notte in continuazione. Io stessa da sempre ho avuto problemi con il sonno: ho sempre dormito poco, con molti risvegli, ma non ho mai avuto delle vere “paure”. Mai avuto paura del buio, dei mostri, ecc…
    Mio figlio è un bambino solare, spiritoso e vivace, molto socievole e allegro. Non ha mai pianto, nemmeno da neonato, mai stato incline alla tristezza. Ma non ha MAI dormito bene, nemmeno da piccolissimo. Fin da neonato passavo ore in cameretta per farlo addormentare, e cmq si svegliava di continuo e facevo avanti e indietro dalla camera anche per quattro o cinque volte.
    Sfinita dalla stanchezza ( sette anni dottore!) spesso ho permesso che si addormentasse vicino a me nel lettone… si abbarbica a me come un edera, come un koala. Anche nel suo lettino la stessa cosa, se mi sdraio vicino a lui mi si appiccica addosso e basta che mi muova o tenti di alzarmi si sveglia, come avesse dei sensori! Capisce perfettamente che a sette anni questa cosa non va bene, ne abbiamo parlato, ma ammette di non sapere bene spiegare perchè ha paura, e non riesce ad addormentarsi… diventa sempre più difficile, perchè lo vedo combattuto tra la voglia di riuscirci e qualcosa di più profondo che lo spinge a starmi ancora tanto vicino… come potrà immaginare in sette anni ho letto tutto e provato di tutto. Mio marito ha avuto nel passato una brutta relazione con il padre e quindi tende a essere molto, anche troppo permissivo e morbido con il suo unico figlio… quindi tocca a me fare la dura della situazione. Non mi piace ma capisco che sia necessario. Non le chiedo rimedi miracolosi perchè sono certa non ci siano, ma magari qualche spunto di riflessione, e suggerimenti. Grazie fin da ora

    • Gent.le Serena, nella situazione che mi descrive il punto da cui partire sarebbe lei, e il fatto che mi pare abbia sviluppato un problema cronico di disturbo del sonno. Mi verrebbe da chiederle se non ha mai sentito l’esigenza di capirne un po’ di più dei suoi risvegli notturni, o semplicemente, se non si è mai rivolta a nessuno per questa sua problematica?

      Cordiali Saluti
      dr. Mattioli

  2. Non ho mai approfondito perché ci convivo da sempre e non ne ho mai risentito. Non ho mai avuto problemi di stanchezza… Crede che mio figlio sia come me e che quindi mi debba rassegnare? 😉

    • Gent.le Serena, il capire se esiste o no un collegamento è essenziale per vedere come mai ciò che non è un problema per lei lo diventa invece per suo figlio. Ad esempio, sua mamma come ha fatto con lei rispetto ai risvegli notturni? Mi pare che li stia il primo nodo da sciogliere.

      Cordiali Saluti
      dr. Mattioli

  3. Mia mamma ha semplicemente lasciato che me la sbrigassi da sola… quando ero bambina facevo avanti e indietro dal lettone… un po’ più cresciuta leggevo o guardavo la tv. Sono sempre stata di carattere fiero e indipendente; forse dovrei solo lasciare che la cosa passi da sola con l’età 😉

    • Non è facile stabilire il confine tra ciò che è problematico, e ciò che non lo è. Nel suo caso, quando sua mamma “lascia che lei se la sbrighi da sola”, sembra che dia un orientamento educativo a quello che sembrava poter essere definito un problema. Sembra che lei sia riuscita a trovare “le sue soluzioni” (leggeva e guardava la TV), e mi pare che la conclusione a cui potrebbe arrivare (lasciare che passi da sola con l’età), sembra incanalarsi nella linea educativa di sua madre. Dal mio punto di vista, un sonno non regolare è sicuramente il segnale di “qualcosa”, come l’impossibilità di addormentarsi da soli è il segnale di un attaccamento insicuro. Scegliere di approfondire le cause però, non può che essere una scelta soggettiva che tende a rispecchiare quelli che sono i propri punti di vista su quello che sarebbe un corretto vivere. E’ su questa base che credo che lei e suo marito dovreste porvi il problema se fare vedere o no vostro figlio da uno specialista in psicoterapia infantile.

      Cordiali Saluti
      dr. Mattioli

  4. Buonasera dottore,
    Mia figlia di 20 mesi fa resistenza al sonno ed è sempre una tragedia affrontare l’addormentamento, per lei e per noi, non crolla, non molla pur essendo stanchissima.
    È sempre stata così, ha sofferto moltissimo per coliche x 10 mesi piangendo ad ogni pasto (e io con lei perché per me non era un pianto normale ma di dolore e infatti con lo svezzamento abbiamo scoperto l’intolleranza al lattosio), quindi si addormentava stremata in braccio a pancia in giù x darle sollievo durante le fitte.
    Sdraiata a pancia in su le dava dolore quindi nel suo lettino veniva messa una volta addormentata… Il risultato è che ad oggi ancora ci va addormentata perché non c’è verso di lasciarla lì da sveglia…Abbiamo provato di tutto, pupazzi straccetti riti frasi ripetute e oggi andiamo a letto con lei (ovviamente con i dovuti riti) tutto spento, al buio nel lettone per farle sentire che ci sono perché mi cerca continuamente…e io dalle 21:00 alle 22:30-23:00 sono con lei, al buio (senza una serata/fine giornata per me)
    Ora però c’è la sorellina con le sue esigenze (anche di allattamento) e io non ce la faccio proprio più,non posso fisicamente accontentarle entrambe contemporaneamente.
    Mi rendo conto che probabilmente il problema è mio che sono esasperata perché ho bisogno di un momento ‘mio’… però non è una situazione normale quella che viviamo e sto continuamente fallendo nel compito di rendere autonoma lamia prima figlia per il sonno…
    Non so più cosa fare… Magari non vedo/capisco il problema reale…
    La ringrazio per un’eventuale riflessione…

    • Ne abbiamo parlato al pediatra che però ci diceva che era normale perché avevo ripreso il lavoro, poi ero incinta ed è diventata super protettiva, poi l’arrivo della sorella (ha quasi 2 mesi) poi la nonna malata (e la mamma triste) e ora il papà è via per lavoro… Però dobbiamo aspettare il momento “giusto “? Arriverà? E soprattutto…. Quando??

      • Gent.le Arianna,
        da tutto quello che mi ha scritto direi che prima di fare delle ipotesi sulla bambina vanno chiarite alcune cose:
        Chi le ha detto (e su quale base) che sua figlia era intollerante al lattosio del latte materno? Oppure è stata allattata con il latte artificiale?
        L’altra cosa che non mi è chiara è la presenza di suo marito…..non ho capito cosa pensa lui del problema, ma sopratutto non ho ben capito perché nel vostro modo di fare coppia non sembrano esserci momenti per voi (è corretto quello che ho scritto?).
        Infine se le cose stanno così, dovrebbe accennarmi su quali basi è nato il desiderio (e dunque lo spazio mentale per un’altra gravidanza).
        Mi faccia sapere…..

        Cordiali Saluti
        dr. Mattioli

  5. Innanzitutto la Ringrazio per la risposta così tempestiva,
    Ho allattato la bimba per 10 mesi poi ha deciso lei di non proseguire. Le era stato fatto il test per le allergie alimentari e non era risultato nulla, il pediatra ci ha consigliato di darle prodotti senza lattosio e io di seguire la stessa dieta fintanto che la bimba manteneva l’unico pasto al seno di quel momento (al mattino, il pasto notturno perso a 10 settimane è quello serale a 6 mesi perché ‘faceva fatica a dormire perché appesantita dal pasto)…lei è una mangiona e oggi digerisce anche i sassi.
    Senza lattosio era molto migliorata (era meno lamentosa e le feci finalmente normali) e quando ha smesso il latte materno è andata ancora meglio!
    Mio marito è presente e partecipa anche lui nel limite del possibile si riti.. A volte anche in pausa pranzo quando rientrava la addormentava prima di rientrare in ufficio…
    Lui non riconosce il problema, dice Che la bimba non ha problemi nonostante abbia vissuto con me ogni fase…e perché perché lo vive ma è anche più ‘svincolato ‘ (può non esserci)
    Stasera per la prima volta mi ha detto che secondo lui la bimba è insicura di sé per questo non vuole addormentarsi da sola.
    La seconda figlia non è stata programmata, vedendo quanto è tranquilla e gestibile mi rendo conto di quanto è stata in salita con la prima figlia…
    Spazi per il nostro ‘noi’ non ce ne sono, è tutto un rimbalzare come in un flipper dietro le esigenze di casa bimbe relazioni familiari e lavorative…
    Da pochi giorni insisto perché la bimba si addormenti nel suo lettino… Alla fine dorme tutta la notte filata ma si addormenta o nel lettone o un braccio e poi la spostiamo…

    • Gent.le Arianna,
      direi che all’interno delle cose che mi ha scritto porrei l’attenzione per il quesito che mi aveva formulato con il suo primo post.
      Innanzi tutto se suo marito “non vede il problema” mentre lei invece si, direi che è essenziale che voi possiate “ritagliarvi” un tempo vostro dove poter considerare “insieme” il perché di questa importante divergenza. E’ utile ricordare che prima di poter pensare di intervenire su un problema del sonno dei bambini è essenziale che il problema sia delineato in modo chiaro e condiviso da entrambi i genitori.
      L’altro punto che vi invito ad approfondire è l’osservazione che suo marito fa in riferimento al l’insicurezza di vostra figlia, forse il problema potrebbe risiedere proprio lì.

      Cordiali Saluti
      dr. Mattioli

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