Nella mia pratica clinica la mentalizzazione ha un aspetto rilevante del mio modo di operare in senso clinico. La mentalizzazione come pratica clinica è stata introdotta da Peter Fonagy, il quale la definisce come: “ la capacità di essere consapevoli degli stati mentali in noi stessi o negli altri”.
Fonagy sottolinea come non tutta l’attività mentale sia mentalizzazione, la mentalizzazione riguarda gli stati mentali. Se nel senso comune solitamente, mentalizzare viene associato alla possibilità di fare un attribuzione psicologica (es: interpretare uno sguardo torvo come indicatore di disapprovazione), in senso clinico però non è cosi, nell’ambito della psicoterapia mentalizzare significa “coltivare mentalmente”, ovvero favorire il percepire immaginativamente o interpretare il comportamento come congiunto con gli stati mentali intenzionali.
Per spiegare meglio l’assunto Fonagy fa questo esempio:
Un paziente è seduto calmo e pensieroso, e improvvisamente iniziano a scendergli delle lacrime lungo le guance e comincia a stringere i pugni. Il terapeuta è tenuto ad indagare su ciò che è venuto in mente al paziente, ovvero su quale stato mentale ha causato le lacrime e i pugni chiusi.
Dunque mentalizzare non significa come accade nel senso comune il fare una semplice attribuzione psicologica, ma bensì è la capacità e possibilità di esplorare e dare forma ad uno stato mentale. Per Fonagy gli stati mentali sono sempre intenzionali, ovvero gli stati mentali rappresentano qualcosa o riguardano qualcosa.
La teoria e la pratica della mentalizzazione è un qualcosa di molto complesso anche se nella sua essenza è un qualcosa di estremamente semplice, e questo lo è perché fondamentalmente la mentalizzazione è ciò che appartiene ad ogni essere umano, anzi potremmo dire che è ciò che ci rende umani. Un punto estremanete moderno della ricerca clinica effettuata da Fonagy e collaboratori è quella di aver mostrato come ogni forma di psicoterapia (se efficace) non può far altro che promuove i fattori di mentalizzazione. Se la mentalizzazione nasce con la Psicoanalisi, Fonagy ha mostrato come la terapia Cognitivo Comportamentale, la psicoterapia Interpersonale, oppure la Psicoterapia Centrata sul Clinente all’interno delle loro metodologie hanno come esito quello di promuove i fattori di mentalizzazione.
Ora elencherò brevemente i punti chiavi della pratica orientata alla Mentalizzaizone:
Mentalizzazione: implica il rivolgere l’attenzione agli stati mentali in se stessi e negli altri, unita alla consapevolezza implicita o esplicita che questi stati mentali sono rappresentazioni della realtà da uno dei molti possibili.
Interventi di Mentalizzazione: hanno lo scopo di 1) favorire una maggiore attenzione agli stati mentali 2) coltivare la consapevolezza della molteplicità di prospettive 3) aumetare la capacità di mentalizzazione , specialmente in condizioni di eccitazione emotiva.
Mentalizzazione genera mentalizzazione: e non mentalizzazione genera non mentalizzazione. Pur cercando di migliorare la mentalizzazione dei pazienti, i terapeuti devono essere altrettanto attenti alle loro mentalizzazioni, e soprattutto ai fallimenti della mentalizzazione che minano involontariamente la mentalizzazione dei pazienti.
Mentalizzare è un fattore comune agli interventi psicoterapeutici. Modalità di trattamento diverse condotte da diversi orientamenti teorici possono promuovere la mentalizzazione e possono farlo al meglio quando i clinici sono attenti a essa in sé stessi e nei loro pazienti. Il trattamento basato sulla mentalizzazione può essere inteso come una via di mezzo tra i tradizionali approcci psicodinamici e quelli cognitivo comportamentali.