Il dormire è uno dei bisogni neuropsicologici che caratterizza tutta la vita dell’uomo. Il sonno come i sogni, rimangono nella loro essenza ancora un qualcosa di misterioso.
E’ vero che la psicoanalisi all’inizio del secolo ha iniziato a svelare alcuni significati nascosti che risiedono all’interno del contenuto dei sogni, sono stati individuati i sogni tipici, e soprattutto è stato messo in evidenza come i sogni abbiano tra le altre molteplici letture possibili, quello di indicare un significato latente rispetto ad alcuni momenti importanti della vita del “sognatore”.
Il dormire però non si riduce solamente al fenomeno del sogno, le neuroscienze stanno mettendo in luce come il cervello abbia il bisogno di dormire, anche se dormire per il cervello apparentemente non significa avere una minore attività, ma piuttosto un attività diversa da quella che si produce durante lo stato della veglia. Se il cervello cosciente sincronizza molte aree tra di loro, il cervello che dorme è come se liberasse i nuclei del cervello in attività autonome e apparentemente non coordinate.
Dal punto di vista psicologico assumono una certa importanza due momenti importanti del dormire, ovvero il momento dell’addormentamento e quello del risveglio. Questi due momenti sono particolarmente importanti perché sono degli aspetti di transizione tra lo stato della veglia e quello del sonno.
Ritengo che molti problemi del dormire che accompagnano purtroppo molte persone nel corso della loro vita, penso possano trovare degli indicatori sulla loro natura, proprio nell’indagine delle modalità specifiche con le quali un individuo “prepara” il suo entrare nel mondo del sonno e viceversa nelle modalità particolari con le quali ne esce.
Solitamente questi due momenti che fanno parte del dormire vengono fortemente sottovalutati, nella nostra cultura spesso questa sottovalutazione è dovuta al fatto che nell’immaginario comune il dormire sarebbe una sorta di perdita di tempo, tant’è che anche negli studi scientifici quando vengono descritti i dati rispetto al tempo che l’organismo dedica al proprio sonno, spesso vengono indicati come dei tempi in cui “non facciamo”, quasi che il dormire non fosse un aspetto importante della nostra vita.