Spesso mi vengono fatte delle domande riguardanti il quesito: “quando è giusto che un neonato inizi a dormire da solo? ”.
E’ importante sottolineare come innanzi tutto sia necessario fare una distinzione tra il dormire da solo nella propria culla (ma all’interno della stanza dei genitori), e il dormire da solo ma nella propria cameretta.
Senza dar l’idea di eludere direttamente il problema, è pero molto importante sottolineare come nella psicologia dello sviluppo “non ci possono essere delle regole standard”, ma sicuramente ci possono essere delle linee che possono indicare delle tendenze. Ciò che mi preme sottolineare però, è che al centro della maternità e della paternità c’è l’essere mamma e l’essere papà; questo cosa significa? In parole povere essere genitori (in un senso psicologico) significa vivere l’esperienza di incontrare “una nuova vita”, vita che è già portatrice di semi psicologici, il neonato nasce già con degli istinti che lo aiuteranno a creare “un rapporto” con la mamma e il papà e con l’ambiente circostante, a loro volta la mamma e il papà hanno degli istinti innati (i loro) che li possono aiutare ad orientarsi su questo incontro. Essere mamma ed essere papà significa innanzi tutto avere il piacere ma anche la responsabilità (paura, a volte) di farsi un idea sulle situazioni che “il loro” figlio gli porrà nei diversi ambiti del vivere quotidiano.
Quanto è giusto mangiare e quando? Quanto è giusto dormire e quando? Queste sono solo alcune delle domande che i genitori (specie quelli che hanno il primo figlio) è bene che si pongano. Essere genitori significa innanzi tutto cercare di capire di che cosa ha bisogno il proprio bambino ( soprattutto adesso che non può parlare). Allora ciò che è importante che accada è che i genitori parlino del quotidiano del loro bambino, che confrontino le loro idee sulle situazioni che lo riguardano ed è bene che entrambi si occupino nel dargli da mangiare, nel cambiare il pannolino ecc…… Questo è importante perché attraverso questi gesti è possibile capire di cosa ha bisogno, il proprio bambino…. E’ un bambino che non necessità e non ricerca il contatto fisico con assiduità, oppure è un neonato che non appena viene lasciato nella culla piange “per essere preso in braccio”. Essere genitori significa farsi delle idee sul bambino e provare a metterle in pratica, ed è solo dalla pratica che se ne possono ricevere delle conferme o delle smentite.
E’ attraverso i gesti quotidiani che mamma e papà scambiano con il loro bambino che ha inizio una conoscenza reciproca. Tornando alla questione del sonno, allora, non è possibile distaccare l’esperienza dei genitori da quella che possono offrire al loro bambino. Se si avverte una insicurezza nel proprio modo di procedere, ovvero se non ci si sente sicuri nelle scelte che si fanno, oppure se il bambino non sembra rispondere alle proprie aspettative, allora una cosa utile da poter fare è parlare con i propri genitori e chiedere a loro “come eravate voi in quella situazione? ”, siete stati abituati a dormire subito nella vostra cameretta o siete stati abituati a dormire nel lettone, la vostra mamma vi teneva la mano nella culla per addormentarvi o vi cantava una ninna nanna.
In questo modo potrete scoprire o riscoprire che alcune delle difficoltà che si possono incontrare nel fare delle scelte rispetto ai propri figli, magari sono già difficoltà che in qualche modo si sono presentate nel passato ai vostri genitori, o che possano aver a che fare con dei timori che in un qualche modo hanno avuto a che fare con la storia della vostra famiglia. Spesso è nella storia degli eventi della vostra famiglia che si possono raccogliere quelle indicazioni che vi permetteranno di fare delle scelte più vicine a quelle che i vostri genitori hanno fatto per voi, oppure all’opposto riconoscere che per voi sarà importante fare in modo diverso (e a volte anche molto diverso).