Essere Educatore e Fare l’Educatore

Credo che queste considerazioni sul “fare” educativo possano valere sia per chi fa di professione l’educatore e sia invece per chi sta vivendo l’esperienza di essere padre o madre.

Ma che cosa significa educare? In Pedagogia è insegnato che educare deriva dal educere ovvero il tirare fuori ciò che c’è, ovvero tirare fuori i talenti di “quell’individuo”. In questo senso educare ha il significato di riuscire a capire quali sono le potenzialità di quell’individuo e di aiutarlo a vivere quelle situazioni che possono permettergli di esercitare i propri talenti sviluppandoli.

L’educatore è così una persona che partendo dalla propria umanità è capace di cogliere nell’altro il suo potenziale umano, di cogliere le attitudini e le capacità di un bambino o di una bambina, oppure il potenziale nascosto di una persona che sta vivendo un momento di difficoltà. Educare e fare l’educatore non può “non” partire dall’umanità di chi educa, l’educatore potrà cogliere i talenti di una persona solamente partendo dalla possibilità di cogliere i propri.

Perché ci possa essere un agire educativo è necessario che chi educa possa “appoggiarsi” alle fondamenta della propria esperienza umana come persona. Fare l’esperienza delle proprie attitudini, dei propri bisogni e desideri, è la pre-condizione necessaria per un autentico agire educativo, altrimenti il rischio è quello di “istruire” e non di educare.

La differenza tra l’istruire e l’educare lo possiamo cogliere nel fatto che l’istruire appartiene al trasmettere una forma di sapere che non “ha” un aggancio con la propria vita e la propria esperienza come uomo o come donna, mentre l’educare, il vero agire educativo, necessita che l’educatore possa appoggiare il proprio fare educativo sulla propria esperienza umana.

E’ in questo senso che oggi per come è strutturato il nostro sistema formativo e scolastico, si può pensare come negli asili nido e nelle scuole materne si cerchi di attuare un necessario fare educativo, mentre dalla scuola primaria in avanti, l’aspetto dell’istruzione diventa predominante.

Non volendo ideologicamente evidenziare come l’aspetto educativo debba necessariamente essere migliore dell’aspetto dell’istruzione, mi sembra importante dire che fare il genitore “deve” necessariamente passare attraverso un agire educativo, allo stesso modo di chi occupandosi di persone in difficoltà è chiamato ad operare sulla stessa linea di intervento.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

×