Per poter distinguere la stitichezza psicologica da altre forme di tipo organico è necessario un semplice consulto medico in cui il paziente possa descrivere i propri sintomi al medico di base (magari avendo anche la difficoltà di superare la vergogna che questo comporta). Il medico di base dovrà escludere l’ipotesi organica e la necessità di esami di approfondimento di tipo diagnostico. Una volta esclusa la “questione organica” allora è necessario aprirsi ad altre vie.
Valutare l’aspetto psicologico
Sicuramente spostare l’attenzione sul proprio stile alimentare e verificare se non ci possano essere dei fattori favorenti la stipsi nel tipo di alimentazione che si pratica, è sicuramente un passo successivo da compiere. Nel momento in cui non si trovino risposte soddisfacenti in entrambe le situazioni, allora è bene incominciare a prendere in considerazione il fattore psicologico come possibile causa della stitichezza. Senza addentrarsi sul perché i fattori psicologici possono essere favorenti la comparsa della stitichezza, qui vorrei limitarmi a dare alcune indicazioni per iniziare (in chi può essere motivato) a cercare di scoprire quali possono essere i fattori personali che possono entrare in gioco in questo tipo di problema.
Le situazioni ambientali
Il punto di partenza può essere quello di evidenziare se è possibile delle situazioni ambientali o relazionali che nel loro presentarsi possono favorire la “possibilità di evacuare”.
In effetti per cogliere dove può essere il problema psicologico, non va cercata la causa che può provocare il blocco, ma per trovare una strada, è necessario mettere in luce che cosa non lo fa manifestare (il blocco). Per questo può essere utile iniziare a porre attenzione ed individuare nel quotidiano della persona quali possono essere le situazioni ambientali che favoriscono l’evacuazione e quali no. Se si ha difficoltà ad orientarsi in questo senso, può essere utile poter annotare (scrivendo) quelle che possono essere le situazioni che spontaneamente realizzano le condizioni dell’evacuazione.
Dove si può e dove non si può
Questa distinzione risulta di una certa importanza perché il riconoscere le situazioni in cui è possibile evacuare, permette di converso di percepire le situazioni in cui “non è possibile”. Per iniziare a prendersi cura di sé nelle situazioni in cui non è possibile, una buona pratica può essere quella di scrivere quelle che possono essere le sensazioni-emozioni che si legano a tali situazioni. La cronologia di tali annotazioni, e soprattutto il contenuto scritto, possono diventare il modo (dopo una rilettura di insieme) per iniziare a riflettere e prendere coscienza di quelli che sono gli aspetti della propria personalità che entrano in gioco su tale problematica. Queste indicazioni non possono sostituire (nei casi più seri) il lavoro che si rileva necessario nei casi di stipsi psicologica conclamata.
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