Aiutare i bambini a superare la paura del buio

La paura del buio è una paura ancestrale, che può essere presente nei bambini ma anche nelle persone adulte. La paura del buio è una paura, e dunque implica l’essere spaventati, una sorta di rallentamento o blocco nei movimenti. La paura del buio è in prima battuta la paura dell’ignoto.

Perché è così diffusa nei bambini

Nella crescita di ogni bambino, già dall’ottavo mese si manifesta quella che Spitz chiamava “la paura dell’estraneo”. L’estraneo è il non famigliare, il non conosciuto. Diciamo che prima o poi, chi più o chi meno, ogni bambino avrà fisiologicamente la paura del buio. Il buio è la rappresentazione per eccellenza “della dimensione di estraneità”, per cui la paura del buio, è un insieme tra un istinto biologico, e la consapevolezza che oltre ai famigliari, c’è altro.

Quando la paura diventa pervasiva

Alcuni bambini, possono sensibilizzarsi così tanto alla paura del buio, che ne possono avere delle ripercussioni sul piano dei normali comportamenti del quotidiano. I bambini che soffrono della paura del buio, possono sviluppare delle fobie nei confronti di alcuni luoghi della casa, possono soffrire di risvegli notturni, o presentare delle problematiche di addormentamento. La paura del buio, può essere un precursore dei disturbi del sonno.

Cosa fare?

Quando la paura condiziona così tanto la vita di un bambino? Il buio in sé rimanda all’indistinto, dentro al buio a livello emozionale possono essere contenute tutto ciò che può far paura ad un bambino. I mostri, i ladri, i pagliacci assassini, le streghe, ecc……. Il buio diventa un grande contenitore che funge come da specchio, e per il bambino ciò che vede in questo specchio è solo ansia e timore, fino a rasentare l’angoscia.

Ciò che può aiutare

Nello specchio di cui parlavo, il bambino vede riflesso un nulla indistinto, oppure la paura specifica per un personaggio della sua mente. In ogni caso è necessario di trovare il modo di avviare un dialogo (anche giocoso) con il bambino. Questo dialogo dovrà innanzi tutto portare a capire se si ha a che fare con l’indistinto o con uno o più personaggi della mente del bambino.

L’indistinto

Se scopriamo che ciò che fa paura è l’indistinto, ciò può aiutare è il cercare di aiutare il vostro bambino a costruire dei significati su questo indistinto. Ovvero, mettere in moto la fantasia (che si blocca davanti al buio) per creare delle similitudini. Ad esempio: il “non so cosa mi fa paura” deve potersi collegare a delle paure che invece possono essere pensate. Che so, la paura di una punizione? Di sbagliare un compito? Di essere preso in giro? Così facendo si aiuterà il proprio bambino a disvelare che cosa rimaneva bloccato nella sua fantasia, per ritornare nel buio come paura dell’indistinto.

Personaggi della mente

Se invece la paura riguarda uno o più personaggi della mente del bambino, allora il dialogo dovrà essere orientato (da parte del genitore) nel cercare di incuriosirsi autenticamente di questi personaggi. Come in un gioco, nel dialogo si dovrà cercare di dare una vita, capire cosa fanno di cattivo (o malvagio), da dove vengono, quali sono le loro intenzioni, ecc…… Si tratta di creare una storia condivisa con i propri genitori. Molto spesso il dare una storia a questi personaggi, il più delle volte significherà dare a questi personaggi un limite, e dunque circoscrivere il senza limite del buio.

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