Adolescenti, Alcol, e lo stare a tavola con i genitori

Colpisce molto leggere i dati di una recente ricerca effettuata in uno studio sui comportamenti maggiormente diffusi negli adolescenti italiani. In questo studio si evidenzia come solo il 20% dei 15 enni italiani non berrebbe alcol. Il dato in sé merita una riflessione soprattutto se accostato al consumo settimanale rilevato dallo stesso studio, il 25% dei 15 enni e il 4% degli 11 enni italiani bevono alcol settimanalmente.

Ma ancora, in uno studio condotto dalla Mcgill University di Montreal pubblicato sulla rivista Journal of adolescent Health si evidenzia come su un campione di 26000 adolescenti è stato rilevato come mangiare regolarmente in famiglia fa bene ai ragazzi sia dal punto di vista emotivo, aumentandone in stabilità, fiducia, e sia da quello della salute, prevenendo l’obesità.
La riflessione che mi sembra importante fare su ciò che è emerso da questi studi, non riguarda tanto il loro contenuto. Ritengo che sia socialmente condiviso che tra gli adolescenti vi sia un aumento di uso di sostanze stupefacenti ed anche di quelle sostanze “ponte” quali sigarette ed alcol che possono poi facilitare l’incontro con le droghe. Colpisce però, che debbano essere condotti studi per avvalorare ciò che il buon senso insegna ad ognuno di noi, ovvero che mangiare a casa, in famiglia “fa bene alla salute”.

Forse la necessità di fare questi studi nasce dal fatto che effettivamente “forse” la famiglia oggi può avere la tendenza a perdere i punti di riferimento su cui “essere famiglia”. Forse la famiglia oggi fatica a modulare la moltitudine di stimoli ai quali è sottoposta. Immagino che non sia raro per i genitori avere la problematica di far stare i propri figli a tavola, di avere il problema di non farli scappare a giocare a videogiochi o a monopolizzare la televisione o internet. Forse non ci si accorge di come le “appendici” tecnologiche invadono gli spazi delle normali relazioni umane, facendo diventare Anormale il mangiare “insieme” senza avere un videogioco in mano, la televisione accesa, o il cellulare che squilla per l’arrivo di nuovi messaggi.

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