Questo articolo si rivolge a tutti gli studenti che si stanno chiedendo se oggi “conviene” o è auspicabile studiare psicologia….Questa domanda che spesso è presente in chi deve fare una scelta di Facoltà Universitaria, ritengo che possa essere affrontata esaminando alcune “motivazioni” personali.
Una prima questione che può aiutare ad orientarsi in tale scelta credo possa essere reperita all’interno delle proprie fantasie personali; chi si interroga sulla possibilità di studiare psicologia (a mio parere) dovrebbe domandarsi come si immagina nel suo futuro di psicologo, cosa per lui/lei oggi nel proprio immaginario significa fare o essere uno psicologo. Accostare questo punto diventa importante perché permette di incontrare le reali motivazioni che sono presenti all’interno, motivazioni che possono poi collegarsi al tipo di lavoro che si aspirerebbe o si crede che lo psicologo possa fare, allo status sociale che questo tipo di lavoro dovrebbe restituire. Questi indicatori personali ritengo che sia importante poterli mettere a fuoco perché potranno poi servire per selezionare e scegliere quelle informazioni sulla professione che diventeranno i punti di contrarietà o a favore per tale scelta.
Cos’è la Psicologia oggi?
Innanzi tutto credo che una cosa che dovrebbe sapere un possibile studente della facoltà di psicologia è questa: c’è sicuramente una certa diversità tra la psicologia che si studia nelle università e la psicologia che concretamente si incontra nel quotidiano della vita sociale. Spesso i modelli psicologici che si studiano, sono esperienze puntiformi legate ad un luogo ed ad una situazione specifica di cultura e specializzazione psicologica. Spesso i grandi sistemi di pensiero psicologico che tanto affascinano e che coinvolgono il futuro studente è bene sapere che non sono socialmente diffusi (anche in ambito di chi fa la psicologia) e che non sono neanche riconosciuti all’interno del panorama LAVORATIVO. Metto in evidenza la questione lavorativa perché spesso lo studente che si laurea in psicologia, ed inizia il suo contatto con il mondo del lavoro, può avere un proprio e vero turbamento nell’incontrare il fatto che nella realtà lavorativa ciò che lui/lei ha studiato non solo non è conosciuto, ma anche e soprattutto non è richiesto come competenza o come bisogno lavorativo.
Chi è lo Psicologo oggi?
Per me lo psicologo oggi dovrebbe essere una persona che ha definito in modo sufficientemente chiaro quali sono le sue passioni verso la psicologia, le passioni oltre che sostenere e orientare tutto l’arco di studi, diventano i necessari propulsori soprattutto nel momento in cui lo psicologo/a si trova nella condizione di esercitare una professione. L’aspirante psicologo oggi dovrebbe sapere che il contesto lavorativo non è strutturato per esprimere un bisogno di psicologi o psicologia, per tale motivo oggi una visione realistica della psicologia credo la si possa inquadrare nel fatto che lo psicologo “all’interno delle competenze che ha sviluppato” dovrebbe essere in grado di leggere il contesto lavorativo e dovrebbe essere in grado di mettere in evidenza “lui” i possibili bisogni di psicologia, bisogni che devono sicuramente tener conto anche della capacità di evidenziare qual è il ritorno economico dell’approccio psicologico alle questioni lavorative individuate.